Un’iniziativa sociale

Pur non essendo un fenomeno “sistematico”, ossia un sistema chiuso di saperi, quanto piuttosto un “movimento”, una “tendenza”, uno “spirito” e un “atteggiamento”, l’Umanesimo – come movimento perenne di elevazione del progetto umano e del progetto della civiltà – rappresenta un’altissima eredità al cuore della coscienza europea ed italiana; un movimento così vasto, e al tempo stesso profondo, da trascendere gli stessi confini storici determinati.

All’Umanesimo antico (che è rappresentato dal movimento di trasformazione della coscienza umana e civile a cui diedero inizio i filosofi greci da un lato, e la grande tradizione latina dall’altro), fece seguito, lungo il 1400, l’Umanesimo civico (in particolare fiorentino): un progetto di educazione integrale e di formazione di una coscienza realmente umana tramite il “dialogo attivo” con l’eredità dei classici.

Per il carattere unico della crisi del nostro tempo, che è anche, primariamente, una crisi dell’identità dell’uomo e della visione della società nella sua totalità, oggi la ripresa del valore filosofico, psicologico, educativo e teoretico dell’Umanesimo assume un forte significato.

In Italia, accanto ad altre importanti eredità culturali, i semi e i principi di fondo che l’Umanesimo ha contribuito a portare nella cultura del mondo, si trovano espressi nella stessa concezione dell’essere umano e nella prassi terapeutica, educativa e culturale della Psicosintesi di Roberto Assagioli (1988 – 1974), psichiatra e psicoterapeuta italiano: l’essere umano quale soggetto autenticamente e pienamente “umano”, libero di essere ed esprimere autenticamente se stesso; con una volontà (possibilità di effettuare scelte) che lo rende capace di impegnarsi nelle relazioni con gli altri, nella vita e nel mondo; e la cui trasformazione personale non può essere concepita in maniera slegata dalla trasformazione del contesto più ampio a cui appartiene.

Per la psicosintesi – e in generale per la psicologia umanistica-esistenziale alla quale essa appartiene secondo il suo stesso fondatore – lo sviluppo, l’integrazione e la sintesi sono possibili quando consideriamo l’essere umano nella sua irriducibile soggettività e riconosciamo l’espressione e la legittimità democratica di tutte le parti interne ed esterne in gioco.

In particolare, secondo la visione della psicosintesi, ciò si può realizzare attraverso tre stadi evolutivi:

  1. Una sintesi personale, in noi stessi (soluzione delle polarità tra limiti e potenzialità individuali). La visione è quella di un Io, di una certa forma di “soggettività”, che può armonizzare il suo animo molteplice e dare espressione alla propria volontà in modo buono e sapiente.
  2. Una sintesi interpersonale, tra noi e gli altri (soluzione della polarità tra l’Io e gli altri). La visione della relazione con l’Altro che non è intesa tanto quale “rapporto empatico” tra un Io e un Tu, quanto piuttosto come relazione tra l’Io e un altro Io che si realizza attraverso retti rapporti umani.
  3. Una sintesi sociale, tra noi, gli altri e i diversi gruppi umani (soluzione della polarità tra individualità e gruppi umani). La visione sociale è intesa quale “unità nella diversità” e si esprime, ad esempio, nei sentimenti di comunanza e fratellanza umana.
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Assagioli elaborò una teoria e prassi psicologica umanistica e, al contempo mise in evidenza la psicosintesi quale atteggiamento e tendenza vitale verso “l’integrazione e la sintesi in tutti i campi dell’esperienza umana”. In tal senso, egli auspicava una cooperazione fra tutte le organizzazioni psicosintetiche e fra coloro che concepiscono il proprio operare quale orientamento generale di sviluppo interiore e si riconoscono in tale atteggiamento di integrazione e sintesi.

In una lettera del 1967 indirizzata a tutti centri nazionali e internazionali di psicosintesi, egli scrisse:

“[…] Se noi e quelli che in futuro prenderanno via via il nostro posto rimarremo fedeli a questi principi e a queste linee direttrici, potremo sperare di dare un valido contributo all’integrazione spirituale, psicologica ed esteriore dell’umanità. Tale integrazione rappresenta una sua urgente necessità e solo grazie ad essa possiamo contrastare i pericoli che attualmente la minacciano e favorire il manifestarsi di una nuova e autentica cultura e civiltà dell’uomo, un nuovo stile di vita.” (http://www.psicosintesi.it/istituto/psicosintesi-mondo/psicosintesi-mondo-problemi-prospettive-rete-r-assagioli)

Date queste premesse, gli eventi dell’ultimo turbolento periodo che ci hanno coinvolti in Italia, hanno condotto il nostro piccolo gruppo di psicosintesisti appartenenti a differenti istituzioni, a incontrarci per esprimere alcune esigenze comuni e, in una nuova riflessione, rilanciare il necessario rinnovato rapporto tra integrazione e sintesi personale, interpersonale e sociale.

Come molti autorevoli pensatori dell’Italia, anche noi riteniamo che – guardata in modo integrale – a una crisi sanitaria nel nostro paese si affianca una ben altrettanto preoccupante crisi dell’umanità e la minaccia relativa a una degradazione di alcune personali possibilità della persona umana. Tale crisi è gravata anche dal fatto – non secondario – che il nostro governo sembra basare molte delle sue valutazione e quindi scelte su una visione del mondo con presupposti molto diversi da quella visione umanistica, integrale e transpersonale che, invece, ritroviamo nello spirito della psicosintesi e, in generale, in tutta la psicologia umanistica-esistenziale.

Tali riflessioni sono confluite in un Appello per l’Umanità (www.appelloperlumanita.it) che non appartiene né rappresenta nessuna istituzione di psicosintesi in particolare, ma soltanto la libera iniziativa privata di individui che si riconoscono nella psicologia umanistica e che è rivolto a quegli stessi singoli di qualunque istituzione psicosintetica e non che, in coscienza, si sentano in risonanza con tale concezione dell’essere umano e della società.

Motivazioni di carattere filosofico, psicologico, spirituale, morale e civile ci portano a ritenere che questo infausto momento storico in cui diversi valori fondamentali appaiono gravemente minacciati, ci chiami alla considerazione che soltanto assieme possiamo raggiungere l’elevato obiettivo individuale, interpersonale, morale e civile di indirizzare verso un diverso corso di eventi la piega preoccupante che la nostra comune storia in Italia sta prendendo.

La psicosintesi è apolitica; per questo motivo Roberto Assagioli non si schierò mai contro un certo tipo di politica bensì a favore di importanti temi sociali (ad esempio quando egli, pur non schierandosi contro il fascismo, prese posizione contro la guerra a favore della pace, passando alcuni mesi in carcere, come descritto nel testo Libertà in prigione, pubblicato dall’Istituto di Psicosintesi). Un altro esempio di posizione sociale, più recente, è stato qualche anno fa quando il Presidente dell’Istituto di Psicosintesi scrisse una lettera al Presidente del Consiglio (all’epoca Matteo Renzi) e al Consiglio dei Ministri – lettera del 5 settembre 2014 (pubblicata su http://www.psicosintesi.it/sites/default/files/rivista_022_letteraalpresidentedelconsiglio.pdf), per promuovere, a seguito dei preoccupanti fatti di cronaca italiana, un progetto di educazione in senso integrale (bio-psico-spirituale), sul presupposto di una precisa visione antropologica, e cioè dell’uomo come essere dotato di consapevolezza, volontà e senso di responsabilità verso se stesso e gli altri – e quindi esprimendo un invito a “coinvolgere tutti gli attori implicati nel contesto educativo-scolastico”.

Siamo convinti che ciò che sta accadendo oggi sia di tale rilevanza che le sue minacce e le sue opportunità non si limitano al futuro della sola nostra Italia, ma coinvolgano un patrimonio culturale, educativo e spirituale che appartiene a tutta l’umanità.

Nell’espressione del messaggio contenuto nel nostro Appello stiamo prendendo una posizione, ma non politicamente, poiché ciò non serve né servirà alcun partito e orientamento politico. La nostra posizione è di natura sociale e serve a porre in luce la concezione dell’uomo e del mondo cui ci ispiriamo, e a dare voce a una riflessione su quelle condizioni e forme interiori ed esteriori che ci sembrano essere ostacolo alla liberazione e trasformazione della coscienza individuale e civile.

Noi riteniamo che questo momento storico costituisca un’opportunità particolarmente importante per riaffermare la necessità di una risposta tridimensionale al disagio umano, e siamo convinti che molte delle situazioni esteriori che stiamo sperimentando provengano da una visione del mondo che poco ha a che fare con i valori e la visione del mondo cha appartiene alla psicologia umanistica e, in particolare, alla psicosintesi.

Riteniamo una grande opportunità quella di aprire il sentiero verso un’unione e comunanza d’intenti di tutte le forze che si riconoscono in questi presupposti comuni: i valori fondamentali dell’Umanesimo integrale e del suo spirito, così come la psicosintesi se ne fa portatrice.

Per questi motivi auspichiamo che tutte le forze della psicologia umanistica che si ritrovano in questa prospettiva, così come hanno già fatto altre forze nel nostro paese, possano esprimere la loro voce e riaffermare un paradigma differente da quello che – sempre più – sembra predominare.

Ci auguriamo che l’unione libera delle nostre voci possa creare quel consenso comune che risulta in una vibrante riaffermazione di quella visione che, nello spirito, ci unisce.

www.appelloperlumanita.it

Marco Moretti (psicologo psicoterapeuta, autore e formatore dell’Istituto di Psicosintesi)

Mauro Ventola (filosofo, autore, già direttore del Centro di Psicosintesi di Napoli – Istituto di Psicosintesi)

Mariella Lancia (autrice, formatrice dell’Istituto di Psicosintesi, presidente onoraria di WYSE Italia)

Maria Bernadette Schenker (counselor in psicosintesi, presidente dell’Istituto Internazionale Psicosintesi Educativa, direttrice IIPE sede di Verona)

Giovanna Brait (counselor in psicosintesi, vicepresidente dell’Istituto Internazionale Psicosintesi Educativa, direttrice IIPE sede di Conegliano)